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Castello Manfredonico

Entrando nel primo spazio scoperto , che si stende fra le mura e gli alti fabbricati , possiamo osservare la maestosa e solida costruzione del muro esterno,del parapetto,della merlatura,delle feritoie,opere che ridestano i ricordi delle emozionanti difese dei soldati .Di fronte all’ingresso si notano i ruderi di un’imponente scuderia con la sua volta gotico-normanna a botte e direttrice ogivale che ,nella sua vasta dimensione, è capace di contenere cinquanta cavalli.

Questa è costruita molto rusticamente , nello stile militaresco.Ha una dimensione di 37 m. per 6,50 m. Al suo interno nel muro nord si aprono quattro feritoie che servivano a dar luce al fabbricato.Ne muro di mezzogiorno invece si notano quelli che dovevano essere sette piccoli armadi,un altro più grande si trova presso la porta. Allineati e predisposti frontalmente si vedono dei buchi in cui dovevano essere inserite grosse travi che reggevano un solaio aperto da un lato adibito a fienile e a dormitorio per gli scudieri. Al suo interno è inoltre possibile ammirare , grazie ai recenti restauri la pavimentazione originale interamente costruita con pietre di fiume.

 

Attraverso la seconda rampa si arriva all’ingresso vero e proprio del Castello. Per il miglior stato di conservazione si pensa che la seconda cinta muraria sia di un’epoca posteriore rispetto a quella più a valle,pur non essendo diverso lo stile architettonico. Ciò è dimostrato dallo stemma che si trova ai due lati della porta formato da un castello con tre torri : è lo stemma dei Castellar. Ma sulla porta esiste un altro stemma : si tratterebbe dello stemma dei Del Campo, scudo con tre aquile.   Ci si ritrova così in un cortile a forma di ettagono irregolare delimitato a sinistra dalle mura di cinta e a destra dalla cappella.Un arco a sesto acuto divide l’atrio da un vestibolo attorniato da sedili. Subito dopo quest’arco a destra ci sono le cucine che servivano sia per i feudatari che per i dipendenti. Prima di queste cucine c’è una botola da dove passava l’aria che arrivava nell’ambiente sottostante e che serviva al feudatario per sentire le confessioni dei torturati.La piccola dimensione degli usci comunicanti dimostra che queste erano stanze di passaggio e di servizio.Tutti questi ambienti diruti e senza copertura ,un tempo, erano tutti coperti con tetti e da una scaletta ancora visibile si accedeva a corpi costruiti superiormente ,oggi inesistenti,destinati ad alloggi per la servitù.

Nel cortile vi è un portone di stile gotico con motivi a zig zag  poggiante su capitelli il cui stile ricorda le finestre del palazzo Steri di Palermo.Sul portale c’è un riquadro rettangolare incavo all’interno del quale si pensa ci fosse scolpito lo stemma dei Chiaramonte .Entrando da questo ci si ritrova in una grande sala…la sala dei Baroni detta la sala del trono, venti metri di lunghezza per sette di larghezza. Si pensa che questa sala sia di un’epoca posteriore ,essa è infatti di una costruzione diversa dalle altre. La maggiore differenza è nel tetto,che,mancando ogni vestigia di colonne e costoloni,dovette essere piano e a grandi travature. Questa è illuminata da due finestre bifore. Entrando a sinistra ci sono due porte.Una comunica con i sotterranei, l’altra con l’adiacente cucina all’aperto visibile dall’atrio.

A destra invece un’altra porta comunica con i corpi di servizio.

Questa sala prende il nome dall’adunanza dei Baroni Siciliani indetta da Manfredi III Chiaramonte in cui venne giurato dai presenti di ostacolare e combattere re Martino il Giovane.

Dalla stanza dei Baroni si accede in un piccolo corridoio in cui si trovava un trabocchetto che dava in un sotterraneo nel quale trovavano morte sicura gli ospiti poco graditi. Da questo corridoio si accede in una  saletta a pianta triangolare detta “delle tre donne” famosa per la leggenda. La sala dei Baroni e tutto il piano nobile sono pavimentati perimetralmente in pietra calcarea locale e al centro con listoni di legno; corridoio , camera delle tre donne e altri ambienti poco ambi sono pavimentati con cotto siciliano tolto dal sottopavimento della sala dei Baroni.

Una piccola porta ci introduce nella prima sala con volta a crociera detta “del camino”dove si può ammirare un grande camino incavato nel muro.Nello stesso muro,in alto, un’apertura a forma di feritoia comunica con una delle stanze di servizio. Nella parete di fronte troviamo una finestra bifora con due sedili in pietra e ancora due armadietti del caratteristico stile medioevale.Robusti archi ogivali , impostati su quattro mezze colonne agli angoli della sala decorano gli spigoli della grande volta a crociera.I pilastri e i costoloni sono di pietra d’intaglio.Andando avanti troviamo un’altra stanza con volta a crociera chiamata “sala da pranzo” che presenta le stesse caratteristiche della precedente tranne un cucinino che doveva servire come scaldavivande, trasformato poi , nel 1600 in vasca da bagno.Nel passaggio tra questa stanza è la successiva una scaletta conduce ad un sotterraneo dove si presume alloggiassero le ancelle .Risalendo a sinistra troviamo un’altra  sala a doppia volta a crociera divise tra loro da un arco mediano a costole rilevate (la camera da letto) ; nel muro di mezzogiorno si ammira una finestra bifora simile alle precedenti da dove si può ammirare uno stupendo paesaggio.Accanto alla porta d’ingresso un’altra porticina immette in un gabinetto i cui scarichi in fogne a cielo aperto che andavano rendere più fertili i campi circostanti.E’ importante notare che tra una stanza e l’altra ci sono degli alti scalini .Erano dei gradini di difesa.L’estraneo malintenzionato ,ignorando l’esistenza di queste particolari soglie,inciampava e cadeva dando al signore il tempo di chiamare aiuto.Ritornando nell’atrio si scende,tramite una scala,nei sotterranei.

Appena scesa la scaletta fino a qualche anno fa trovavamo una piccola apertura che doveva essere l’ingresso del passaggio segreto.Alcuni pensano che questo passaggio andasse a finire in paese, al palazzo del Principe, ma questo è improbabile in quanto il palazzo fu costruito alla fine del 1600.Altri pensano portasse a Sutera , dove sulla rocca sorge una chiesa costruita dai  Chiaramonte. E’ più probabile che questo portasse in una delle campagne circostanti o che venisse utilizzato dai feudatari e dai loro soldati per prendere il nemico alle spalle in caso d’attacco. Alcune persone si introdussero nel passaggio che risultava praticabile per metri e metri ma ad un certo punto la via ostruita da una muratura eseguita forse da un qualche custode per evitare che persone potessero introdurvi e finissero male.Chissà se un giorno si potrà esplorare questo passaggio e risolvere questo enigma.Entrando da una porticina sotto la scala troviamo una stanzetta,l’alloggio del comandante , e due aperture da cui si possono vedere due cisterne ; una che doveva servire per contenere l’acqua potabile , l’altra con certezza era adibita a granaio..Continuando ci troviamo davanti una grande sala con cinque archi a sesto acuto allineati , quattro finestre lunghe simili a feritoie disposte tra un’arco e l’altro :è l’armeria.In questo ambiente i soldati esercitavano l’arte delle armi .

Sul pavimento si nota una botola portata  alla luce da recenti restauri . Poichè all’interno sono stati rinvenuti ossa di piccoli animali si pensa che in questo ambiente, duranti gli anni di abbandono del castello , qualche pastore vi avesse gestito un mattatoio.In fondo a questa stanza si nota una porticina che immette alla “camera della morte”.Entrando e guardando verso l’alto si può notare il buco del trabocchetto nel piano superiore, nel corridoio trapezoidale che porta alla “stanza delle tre donne”.A destra dell’ingresso della camera della morte ,una scaletta  ci introduce in un altro spazio quasi interamente scavato nella roccia .Si dice che questi sotterranei siano state adibiti a prigioni e a camere di tortura.Infatti ,il popolo ,chiamando “camera oscura” uno di questi sotterranei,lo ritiene il luogo destinato ai più atroci delitti.Alcuni di questi vani costituivano il comodo del castello , e servivano per abitazione di domestici ed uomini d’armi , per magazzini , per cantine e per altri usi di servizio.

Continuando il percorso due scalette portano all’esterno, nell’atrio. Da qui si sale per una breve salita che porta ad altri fabbricati: il primo,una stanzetta dall’umile porta doveva essere l’alloggio del corpo di guardia.Un po più su c’è la cappella del castello che presenta una porta ben decorata ,dello stesso stile del portale della sala dei Baroni.In alto al centro c’è un riquadro in cui si suppone fossero scolpite le insegne della Chiesa Cattolica. All’interno il tetto è formato da due volte a crociera divise da un arco mediano.Nella parete a destra di chi entra c’è l’acquasantiera.Nel muro di fronte all’altare si nota una scala a chiocciola ad una stanzetta coperta,forse l’alloggio del cappellano.Nella stessa parete vi è una lastra di pietra forata da cui sembra che il principe e i suoi familiari assistessero alla messa. All’inizio in questa chiesetta si venerava San Giorgio,protettore della famiglia dei Chiaramonte,poi la Madonna della Catena,protettrice dei carcerati.Questo fu sicuramente l’ambiente più lungamente abitato del castello,come dimostra l’intonacato dell’abside di epoca barocca.

 

Nella vetta della roccia si trova una costruzione rettangolare con mura spesse:il Maschio che i mussomelesi chiamano il mulino a vento , ma della ruota che doveva essere azionata dal vento non è mai stata trovata nessuna traccia.Il maschio serviva come vedetta.

 

Dal maschio, tornando indietro e percorrendo un piccolo sentiero, si passa sul terrazzo da dove si può ammirare un vasto panorama:le montagne di Raffe e Polizzello , zone archeologiche ricche di storia, la rocca di Sutera , numerosissimi paesini circostanti , la montagna di Cammarata , le Madonie e nelle giornate più limpide l’Etna.

La strada dai piedi della rocca sale lassù come un nastro serpeggiante : dietro a merli , finestre e feritoie esistenti nel solo fianco accessibile della rocca , gli armigeri del signore potevano puntare cento volte le armi contro gli invasori e , prima che uno di essi toccasse la cima , farne ruzzolare a fondo parecchi.Un manipolo di soldati  avrebbe potuto , in quei tempi , esser preso per fame o per tradimento , giammai per azioni belliche.

L’architettura del castello di Mussomeli può considerarsi un chiaro esempio di arte gotica per i tipici elementi gotici che vi si possono notare ed apprezzare:archi ogivali,bifore. A prima vista si può subito ammirare la compattezza della sua struttura dovuta alla buona qualità della malta e della pietra ricavata dalla stessa roccia,l’uso abbondante di piedritti negli archi e nelle cantonate,requisiti grazie ai quali il castello ha potuto sopravvivere alle intemperie di ben sei secoli.Pregevoli sono le volte a botte e direttrice ogivale della scuderia e l’arco a sesto acuto che divide l’atrio scoperto da un vestibolo che immette nelle stanze.Artistico è il portale della sala dei Baroni,come artistici sono i capitelli decorati a fogliame dei vari pilastri;solenni e massicce le volte a crociera dei locali adibiti ad abitazione.

 

 

ORARI DI VISITA  

Il castello è aperto tutti i giorni tranne il LUNEDI

dalle 9:30 alle 12:00

TARIFFE

Ingresso gratuito per i ragazzi fino a 7 anni

Da 7 a 20 anni € 2,00

Da 21 a 65 anni € 4,00

Oltre 65 anni € 2,00

Ingresso gratuito per i residenti

Info e indirizzi

Viale del Castello, 1
93014 Mussomeli (CL)
Tel. 0934 992009

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