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Palazzo Trabia
Nei primi anni del XVII secolo, viene costruita la cosiddetta “Casa del Baglio “, così chiamata per il vasto cortile nel quale Don Ottavio II Lanza, nel 1635, impianta la fontana di Nettuno (demolita nel 1938).
Attorno alla metà del XVII secolo, ad opera di Don Giuseppe Lanza, il palazzo viene ricostruito ex novo in forme più maestose e più consone al lignaggio dei proprietari . Contemporaneamente alla costruzione dell’edificio viene aperto il prospiciente cortile per cui si viene a formare una vasta piazza al centro della quale spiccava la fontana.
Nel 1960 circa inizia la demolizione dell’ala destinata ai servizi ed all’amministrazione.
Nel 1892 il Circolo Manfredonico, poi Trabia ottenne i magazzini del Palazzo in concessione gratuita e senza limiti di tempo;
La struttura è costituita da pietrame informe con elementi decorativi (portali, cantoni, mensole) in pietra da taglio. Elementi fortemente caratterizzanti il prospetto su piazza Roma sono la lunga balconata del salone, poggiante su mensoloni in pietra e cinte da un’inferriata a petto d’oca, e lo scenografico scalone che, malgrado abbia ormai perso i fondali originari costituiti dalla pietra della facciata, conserva ancora una certa valenza di elemento qualificante dell’ambiente urbano.
La struttura è costituita da pietrame informe con elementi decorativi (portali, cantoni, mensole) in pietra da taglio. Elementi fortemente caratterizzanti il prospetto su piazza Roma sono la lunga balconata del salone, poggiante su mensoloni in pietra e cinte da un’inferriata a petto d’oca, e lo scenografico scalone che, malgrado abbia ormai perso i fondali originari costituiti dalla pietra della facciata, conserva ancora una certa valenza di elemento qualificante dell’ambiente urbano.
Oggi rimane la parte nobile del palazzo quella comprendente il salone ed il maestoso scalone. Fulcro centrale dell’intera costruzione è il grande salone del primo piano cui fanno corona ampie e numerose sale con servizi, cucina, scuderia, carretteria, fienili, magazzini, e locali per l’amministrazione dei feudi.
Come detto, elemento caratterizzante, tipico delle dimore patrizie del 700, è il vasto salone che il Principe Don Giuseppe adorna con una raccolta di quadri di grande valore artistico: un abbozzo del Correggio, un Bambino di Giulio Romano (Anemolo), una copia del dipinto di Gherardo Horthorst “Cristo innanzi a Pilato” attribuito a Matteo Stommer ed altri ancora a firma di P.Novelli, G.Ribera, F.Solimena, S.Ricci, Zoppo di Gangi, etc. Purtroppo, i quadri sono stati asportati e trasferiti dagli ultimi discendenti dei Lanza di Trabia.
Info e indirizzi
Piazza Roma, 3
93014 Mussomeli (CL)